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Cocktail: curiosità e segreti del barman

Il mondo dei cocktail è un universo infinito di sapori e tradizioni, dove la creatività e l’arte della mixology si incontrano per creare bevande uniche e indimenticabili. Per diventare un barman esperto, è importante conoscere non solo gli ingredienti e le tecniche di preparazione dei cocktail classici, ma anche le ultime tendenze e le curiosità più insolite che si celano dietro ogni bevanda.

Partiamo dalla storia, che affonda le sue radici nei primi anni dell’Ottocento. Il termine cocktail ha origini incerte: secondo alcuni deriva dal francese coquetier, che significa “bicchiere da uovo”, perché i primi cocktail venivano serviti in bicchieri di questo tipo. Secondo altri, invece, il termine deriverebbe dal nome di una razza di cavalli che correva veloce come il vento, perché i primi cocktail erano considerati bevande energizzanti. Inizialmente, i cocktail erano bevande semplici, composte solo da un liquore, come il whisky o il gin, e un po’ di zucchero, acqua e bitter. Con il tempo sono state introdotte nuove combinazioni di ingredienti e tecniche di preparazione, dando vita a una varietà infinita di cocktail diversi.

Una delle particolarità del mondo dei cocktail è che la sua evoluzione è strettamente legata alla storia del mondo. Ad esempio, durante il periodo della Proibizione negli Stati Uniti (1920-1933), la produzione e la vendita di alcolici era vietata, ma i cocktail continuarono ad essere popolari grazie all’attività dei cosiddetti speakeasy, locali segreti dove si potevano trovare alcolici di contrabbando. I barman dell’epoca erano costretti a nascondere le bottiglie e a inventare ricette creative per mascherare il sapore dell’alcol, questo è il caso di uno dei cocktail più conosciuti e amati al mondo: il Japan Ice Tea.

Uno dei cocktail più antichi e famosi al mondo è il Martini, una bevanda semplice e raffinata composta da gin e vermut, servita in un bicchiere a forma di V. il segreto per preparare un Martini perfetto sta nell’utilizzare ingredienti di alta qualità e rispettare le proporzioni perfette tra gin e vermut. Inoltre, il bicchiere deve essere raffreddato e il cocktail deve essere servito con un’oliva o una scorza di limone.

Ma non tutti i cocktail sono così classici e tradizionali. Negli ultimi anni, il mondo dei cocktail si è evoluto enormemente, con l’introduzione di nuove tecniche. Ad esempio, la tecnica del fat washing, che consiste nell’infondere i sapori del grasso di carne o di pesce in un liquore, ha permesso di creare cocktail molto particolari e intensi, come il Bacon Old Fashioned o il Salmon Margarita.

Un’altra tendenza che sta prendendo sempre più piede nel mondo dei cocktail è l’utilizzo di ingredienti insoliti e poco conosciuti, come le erbe aromatiche, i fiori commestibili egli sciroppi artigianali. Ma non sono solo gli ingredienti a fare la differenza. Anche la presentazione dei cocktail è diventata sempre più importante.

Inoltre, i cocktail sono diventati sempre più popolari anche grazie alla crescente attenzione verso la salute e il benessere, che ha portato alla creazione di cocktail con ingredienti naturali e salutari come frutta fresca, verdure e spezie. Ovviamente non mancano anche i trend e le mode del momento. Ad esempio, negli ultimi anni si è diffusa la tendenza dei cocktail speziati, a base di sciroppi di spezie come cannella, zenzero e cardamomo, che donano ai cocktail un sapore intenso e aromatico. Inoltre, molti barman stanno sperimentando vari ingredienti più insoliti come l’alga nori o il tè matcha, creando cocktail originali e sorprendenti.

Non possiamo, però, parlare dei cocktail senza citare i loro nomi strani e curiosi. Il Monkey Gland, ad esempio, è un cocktail a base di gin, succo di arancio, assenzio e granatina, creato nel 1920 dal barman Harry MacElhone del Harry’s New York Bar di Parigi. Il nome deriva dal fatto che l’ingrediente principale, il succo di arancia, era stato pubblicizzato come un rimedio miracoloso per la sterilità maschile e l’assunzione del cocktail sarebbe vista come un’alternativa meno invasiva rispetto alla chirurgia.

Un altro cocktail dal nome insolito è il Corpse Reviver, un gruppo di cocktail antichi pensati per curare la “morte del giorno prima” (il post sbornia). Il Corpe Reviver #2, in particolare, è un mix di gin, vermut, triple sec, succo di limone e assenzio, servito in un bicchiere a coppa e decorato con una scorza di limone.

Tra questi aneddoti sicuramente uno dei più popolari sta nella relazione tra cocktail e personaggio famoso della storia e della cultura pop: è il caso del Papa Doble, una variante del Daiquiri contenente il doppio della quantità di rum, ideata dal celebre scrittore Ernest Hemingway, cocktail che lui stesso definiva come la bevanda perfetta; abbiamo poi il Marilyn Monroe (a base di champagne e fragole) o il David Bowie (a base di gin, ginger beer e limone).

Ma non è solo la creatività nei nomi a fare la differenza: il modo in cui si serve un cocktail può influire sul gusto e sulla sua presentazione. Ad esempio, il Manhattan, un cocktail classico a base di whisky e vermut, viene tradizionalmente servito in un bicchiere tumbler con ghiaccio (on the rocks) e una ciliegina al maraschino. Tuttavia, molti barman preferiscono servirlo in un bicchiere a coppa, per una presentazione più elegante e raffinata.

Un’altra particolarità del mondo dei cocktail è il rapporto sano che si instaura tra chi consuma bevande alcoliche e chi le prepara. A differenza di quanto si possa pensare, i barman (professionisti del settore) non cercano di far bere il più possibile i propri clienti, ma si impegnano a creare bevande equilibrate e gustose, che si adattino alle esigenze e ai gusti di ogni cliente. Un barman esperto sa anche dare consigli ai clienti sulle bevande migliori da abbinare ai propri pasti o agli eventi a cui partecipano e sa creare atmosfere piacevoli e rilassanti per tutti i presenti.

Concludendo, il mondo dei cocktail è un universo ricco di sfumature e curiosità, dove la creatività dei barman si unisce alla storia e alla tradizione dei cocktail classici. Per diventare un barman esperto è importante conoscere non solo gli ingredienti e le tecniche di preparazione, ma anche le ultime tendenze e le chicche più insolite che si celano dietro ogni bevanda. Che si tratti di un Martini classico o di un Salmon Margarita, la preparazione del cocktail perfetto richiede passione, creatività, attenzione ai dettagli, ma è anche fonte di soddisfazione per chi ama creare e coinvolgere i propri clienti in un’esperienza unica e indimenticabile.

Vi lascio con un brindisi, fattomi conoscere da due delle persone a me più care con le quali condivido questa passione del bere: “Alla salute degli altri, perché la nostra è garantita!”

Giovanni Antonio Arena

2 risposte su “Cocktail: curiosità e segreti del barman”

Da ex barman, ho trovato molto piacevole la lettura di questo articolo. La dimostrazione che una ricerca accurata ed un po’ di passione per ció che si racconta fa la differenza, complimenti !

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