Uno, nessuno e centomila… Maschere
Carnevale ???? No, vita.
Nel celebre romanzo di Pirandello ritroviamo i temi più cari a lui, quelli della maschera e della follia.
Vitangelo Moscarda scopre di non conoscersi, di non essere un’unica persona, ma bensì di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce ed una anche per Sé stesso.
All’ alba del 1 febbraio una studentessa milanese è stata ritrovata senza vita all’interno del bagno dell‘Università Iulm di Milano. Non c’è soltanto una causa a motivare un suicidio: ci troviamo, a volte inconsapevolmente ma spesso consciamente, intrappolati e prigionieri delle opinioni altrui…
A prescindere dalle motivazioni personali che hanno portato la ragazza al suicidio, il fatto che sia però avvenuto DENTRO l’università investe TUTTI gli atenei di una responsabilità che dovrebbe far riflettere.
L’ Università dovrebbe promuovere il senso della solidarietà edella fraternità, assumendo i connotati di uno stile formativo che si propone di educare, verbo inteso nella sua accezione latina di e-ducere, vale a dire “tirar fuori” il patrimonio di idealità che è presente nei giovani, come la passione per il sapere, ma soprattutto passione per l’uomo.
Patrimonio che deve essere valorizzato prima che lo studente venga inghiottito nel tunnel della COMPETIZIONE, sovente unica e sola componente all’interno dell’ambiente universitario, trasformando gli “ideali” di solidarietà in competenze da acquisire per primeggiare.
L’università dovrebbe essere comunità dove la solidarietà non dovrebbe essere insegnata, ma soprattutto “coltivata”.
La teoria di Erving Goffman è stata definita un modello drammaturgico: egli vede le interazioni come rappresentazioniteatrali in cui le persone sono attori che si adoperano per CREARE impressioni.
Nella realtà in cui viviamo essa funziona come strategia per apparire, esibirsi, mostrarsi e soprattutto sentirsi accettati o ammessi e, forse, anche per essere legittimati al bisogno d’amore.
I modelli d’ispirazione sono figure carismatiche affascinanti, mitiche creazioni che attraverso le loro caratteristiche, talmente accentuate, possono apparire come dei Supereroi.
Nonostante i Supereroi siano i personaggi preferiti nella rappresentazione delle MASCHERE di carnevale o nei giochi dei più piccoli, si dovrebbe insegnare e di conseguenza imparare che un Supereroe è un personaggio nei fumetti, film o cartoni animati,le cui doti rispetto a quelle degli esseri umani sono rese straordinarie dalla matita del suo creatore.
Nella vita reale OGNUNO di noi ha delle potenzialità, nascoste,latenti, ma bisognerebbe cercarle dentro, “ascoltare” solo NOI STESSI e trovare in questo modo l’occasione giusta per dimostrare al mondo IL NOSTRO ESSERE SPECIALI.
“Forse” qualcuno di noi avrebbe dovuto dire, urlare, suggerire o anche solo sussurrare a quella ragazza che la vera e la più forte fonte d’ispirazione si trova dentro noi stessi.
Compito quotidiano per tutti è quello di non volere a tutti costi corrispondere a modelli imposti, di togliere le centomila maschere che tutti indossiamo e piuttosto che guardarsi allo specchio GUARDARE ED ASCOLTARE solo Sé STESSI.
Eliana Lodico