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LA RIVOLTA DEL 2023


Titolo curioso, non credete? 
Stranamente familiare dato che il 2023 è il nuovo anno che si è aperto. 
E se vi dicessi che si tratta del titolo di un libro pubblicato nel 1924, sarebbe ancora più bizzarro, giusto?

Ebbene sì, “La rivolta del 2023” è un libro (forse di fantascienza o di avventura) uscito dalla penna di Nino Salvaneschi, autore molto apprezzato tra la fine degli anni Trenta e la fine degli anni Quaranta; tuttavia, sembra che nessun antro del web conservi nemmeno una pagina di questo libro che sempre di più sembra avvolto da una atmosfera misteriosa e intrigante. Non una citazione, un riassunto, una prefazione o qualcuno che ne parli, in pratica un testo totalmente dimenticato. 

Dato che sembra oramai scomparso dalla memoria collettiva, l’idea balenatami alla mente è stata la seguente: “Se non può essere letto…immaginiamolo” ed è proprio questo il “gioco” che propongo a chi sta leggendo, immaginare come potrebbe essere un libro che, esattamente 99 anni fa, parlava di noi, abitanti della Terra alle porte del 2023…

CAPITOLO 1

La nostra storia potrebbe iniziare con un anziano, un ragazzo e un bambino che si trovano nello stesso momento in tre angoli del mondo diversi, la sera della Vigilia di Natale; non si conoscono e non sanno dell’esistenza dell’altro ma, nonostante ciò, vengono riscaldati dallo stesso Sole, camminano sulla stessa Terra, vivono sotto lo stesso cielo. 

L’anziano, nel tepore della sua casa addobbata a festa per la cena di Natale, racconta la sua vita ai nipoti, gli parla della sua infanzia, di come giocava a fare il soldato con i suoi amichetti e della sua giovinezza piena di affetti e persone care, passata per la maggior parte in rifugi antiaereo di fortuna. 

Il ragazzo invece si trova in un furgone con i suoi compagni, pronti con divise, elmetti e armi; nel silenzio scandito dal rumore del motore si sente la voce di un soldato che canticchia una canzone natalizia per alleggerire gli animi dei compagni, invano. Il ragazzo della nostra storia ha gli occhi chiusi, pensa ai suoi parenti ed amici e spera di poterli rincontrare.  

Il bambino si trova in un ospedale malandato, spoglio di qualsiasi festone, insieme a medici, volontari ed altri pazienti. Si trova lì da solo, portato dai dottori dopo un’esplosione, con ferite che aspettano di essere curate che non sono solo sul suo corpo, ma anche nella sua anima. 

CAPITOLO 2

La nostra storia immaginaria potrebbe continuare così: lungo tutto il mondo marciano delle grandi file di “uomini”, liberi ma obbligati a camminare l’uno dietro l’altro. Spesso alcuni rompono le file per correre via, spogliandosi dal grigiore accumulato da tempo, divenuto polvere sul cuore, riappropriandosi di loro stessi e lasciandosi guidare solo dalla propria volontà. Questi hanno nomi assai vari: Libertà, Pace, Coraggio, Giustizia… 
Loro, così luminosi, arrecano un tal fastidio agli occhi delle grigie file che queste gli si rivoltano contro in ogni modo, sotto la guida di loschi secondini, come Corruzione, Cattiveria, Invidia, Ambizione…ma il “secondino” più forte di qualsiasi altro si chiama Ipocrisia, si nasconde dietro sorrisi, risate, battute e scherzi, dietro regali e promesse, ed è affiancato sempre dal suo compagno Cinismo che anestetizza i pensieri, i valori e le emozioni degli uomini. 

CAPITOLO 3

Ecco che la nostra storia volge al termine, in una Terra apocalittica, “ovviamente ben lontana da noi”, in cui sempre più spesso si preferiscono “traguardi” e “vittorie” immediate, ma a breve o brevissimo termine, a discapito del mondo e di chi ci vive e di chi ci vivrà; in cui si pensa solo al proprio esistere; in cui si mettono a tacere le “idee pericolose” di molti, rinchiudendole in qualche cella sperduta con la colpa di essersi opposte alle idee di pochi; in cui si agisce sempre e comunque per correre avanti, quando quello che servirebbe, forse, sarebbe fare marcia indietro. Un mondo in cui i valori diventano “denaro”, “potere”, “individualismo”, un mondo che ha sempre meno pregi e più difetti…un mondo che si avvicina sempre di più alla “Mezzanotte”.

Non sembra un bel libro, vero?
Per fortuna era solamente un gioco di fantasia, fatto per riempire qualche minuto di noia, solo un’ipotesi fine a sé stessa, però pensandoci

vogliamo davvero che sia questo il libro che parli di noi?

Artemisia Li Pera

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