Ho sempre amato il realismo magico, l’arte di raccontare cose impossibili facendole sembrare vere. L’autore prende una cosa impossibile e te la presenta lì, senza dare spiegazioni. A differenza della fantascienza non si disturba a trovare possibili spiegazioni, ti presenta il fatto e basta, ti dice: guarda, a quest’uomo sono cresciute delle ali. Lui vuole vivere una vita normale, quindi ora dei medici proveranno a togliergliele chirurgicamente.
Il realismo magico è molto più libero, capite? Non ha la rottura di scatole di dover dimostrare un fatto o di inventarsi un universo fantastico. Prende una cosa assurda e la mette dentro il mondo reale, chiedendoti un patto di complicità. Ti dice: fidati, caro lettore, fidati di me e basta. Non starti a chiedere il come o il perché, abbiamo cose più importanti a cui pensare. Il lettore non deve crederci come Don Chisciotte, ma semplicemente lasciarsi trasportare come Sancho Panza. Probabilmente sta lì il bello: sapere che il fatto non è reale, ma le conseguenze sì. D’altronde non è un po’ così anche nella vita quotidiana? Tutti sanno che fare un determinato rituale guardando la propria squadra del cuore non avrà nessun effetto sull’esito della partita, vittoria o sconfitta. Tutti lo fanno lo stesso.
Un autore di realismo magico ti prende da parte e ti sussurra: okay, lo so che questa cosa non è possibile, ma… sono tutti diventati ciechi all’improvviso, okay? Sarà anche impossibile ma intanto il governo ha chiamato l’esercito e sta montando ospedali da campo, quindi è successo e basta. Ora non ti aspettare magie perché non ne succederanno, siamo nel mondo reale… a parte questo piccolo dettaglio della cecità collettiva.
Per me è molto più affascinante della fantascienza. Sono bravi tutti a chiamare degli scienziati per farsi dare le idee futuristiche “plausibili” (che poi non accadono mai). Prova a fare qualcosa di impossibile, inimmaginabile, qualcosa che non abbia alcuna base razionale. Mettilo in un mondo reale, non in un futuro dove ci sono le macchine volanti, un mondo dove la gente non può ibernarsi perché ha finito le ferie e le aziende spostano la sede su Marte per non pagare le tasse.
Fai qualcosa di assurdo, di sfrenato, qualcosa che sia scioccante nel 2022. Abbiamo già visto gli alieni, la fine del mondo, i mondi su Marte, i viaggi interstellari, i buchi neri, le distopie, Hitler che ritorna, Mussolini che ritorna, robot che sottomettono l’umanità. Niente però mi ha scioccato così tanto quanto il realismo magico di The Bad Guy, dove hanno avuto il coraggio di mettere un ponte sullo stretto di Messina. Che pazzi visionari…
(Prossimamente arriverà la recensione sulla serie, quindi se non l’avete ancora vista recuperatela!)
Omar Alfieri