Ad oggi in Europa esistono dodici monarchie sovrane: sette regni (Spagna, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Norvegia), tre principati (Monaco, Andorra e Liechtenstein) e un granducato (Lussemburgo). La Città del Vaticano è invece una monarchia assoluta elettiva, teocratica, ierocratica e retta da un papa. Si potrebbe addirittura parlare di un’Europa delle Corone, dato che oltre 160 milioni di cittadini vivono in una monarchia.
Gli attuali sovrani d’Europa sono:
• Spagna: re Filippo VI
• Regno Unito: regina Elisabetta II
• Belgio: re Filippo
• Paesi Bassi: re Guglielmo Alessandro
• Danimarca: regina Margherita II
• Svezia: re Gustavo XVI
• Norvegia: re Harald V
• Monaco: principe Alberto II
• Andorra: co-principi Joan Enric Vives i Sicília ed Emmanuel Macron.
• Liechtenstein: principe sovrano Giovanni Adamo II
• Lussemburgo: granduca Enrico
• Città del Vaticano: papa Francesco
La prossima generazione di sovrani, anche grazie all’abolizione della Lex Salica, sarà a maggioranza femminile, cosa impensabile fino a un secolo fa.
Le monarchie europee continuano a resistere, seppur con qualche difficoltà. Più volte, soprattutto dagli ambienti di sinistra, si è espresso il desiderio che la Spagna diventi Repubblica, ma il re, popolarissimo secondo recenti sondaggi, rappresenta l’unità nazionale e cerca di mediare quotidianamente con gliindipendentisti catalani. In Belgio, invece, la monarchia rappresenta l’unica istituzione capace di conciliare le trecomunità linguistiche che abitano il Paese: i fiamminghi (di lingua olandese), i valloni (di lingua francese) e i tedeschi (di lingua tedesca). Il parlamento norvegese, invece, ogni anno vota per mantenere la monarchia e la maggioranza è sempre ampissima.
Le monarchie, seppur retaggio di un mondo medievale, sono molto moderne. Non è un caso che le nazioni europee più ricche, tecnologicamente avanzate e con i più alti tassi di democrazia e diritti civili garantiti siano propri Regni. Tuttavia, negli anni, le teste coronate d’Europa hanno dovuto rinunciare a molte prerogative regie. In Svezia Gustavo XVI ha ormai un ruolomeramente simbolico e cerimoniale, a differenza di Alberto II di Monaco che possiede ancora molti poteri decisionali. Nel Regno Unito, invece, è da oltre 4 secoli che la sovranità completa non è più nelle mani del monarca: nel 1689 con il Bill of Rights venne infatti stabilita la sovranità parlamentare. Bisogna tuttavia tenere a mente che in tutti gli Stati d’Europa il re regna ma non governa.
Inoltre, secondo recenti comparazioni, le monarchie europee costano meno delle repubbliche, anche perché il fascino dei re e delle regine, con la vendita di souvenir e la visita ai palazzi reali, impingua le casse dello Stato.
I sovrani europei, tutti imparentati tra loro, sono comunque molto amati dai sudditi, in particolar modo nei Paesi nordici(l’ottantaduenne Margherita II di Danimarca è vicinissima al popolo, la si incontra spesso in bicicletta o al teatro, per cui realizza scenografie, e a lei si devono le illustrazioni dell’edizione danese de “Il Signore degli Anelli”) e nel Benelux (soprattutto nei Paesi Bassi, grazie al frequente ricambio generazionale che permette di avere sovrani giovani e in forze.Guglielmina dei Paesi Bassi ha abdicato nel 1948 per lasciare il trono alla figlia Giuliana, che nel 1980 ha fatto ereditare il trono alla figlia Beatrice, che a sua volta nel 2013 ha abdicato in favore del figlio).
Il sovrano più apprezzato e conosciuto in Europa è però Elisabetta II di Windsor, regina dal giubileo di platino, in carica addirittura dal 1952. Profetiche possono essere considerate le parole pronunciate in punto di morte da re Faruq I d’Egitto: “Nel XXI secolo resteranno solo cinque re: quelli dei mazzi di carte e l’inquilino di Buckingham Palace”.
Molte altre monarchie europee, invece, non hanno retto il colpoe per motivi politici e referendari sono scomparse, senza tuttavia dimenticare gli stravolgimenti della prima e della seconda guerra mondiale. È il caso di Albania (1939), Austria-Ungheria (1918), Bulgaria (1946), Francia (1870), Germania (1918), Grecia (1974), Italia (1946), Jugoslavia (1945), Portogallo (1910), Romania (1947) e Russia (1917).
In tutte queste nazioni esistono vari partiti neo-monarchici che vorrebbero legalmente restaurare la monarchia. In Italia e Francia, ad esempio, i movimenti sono blandi e lottano fra di loro per quale dinastia riportare sul trono: Savoia o Borbone delle Due Sicilie? Bonaparte, Orléans o Borbone di Francia?Non è così in Romania e Bulgaria, e più in generale nell’Europa dell’Est, dove alcuni partiti di spicco sono dichiaratamente filomonarchici (si pensi alla Serbia, dove la “Coalizione Per il Regno di Serbia” alle elezioni presidenziali del 2022 ha ottenuto il 6,11% dei voti) e dove gli ex sovrani detronizzati e i loro discendenti godono di trattamenti ancora regali.
In Romania, a partire dagli anni ‘90, la famiglia reale ha riottenuto la nazionalità e gran parte del patrimonio. Dal 2015 ogni 10 maggio si festeggia la Ziua Regalității, il Giorno della Monarchia. Quando nel 2017 re Michele I morì gli furono concessi i funerali di Stato e alla figlia Margherita venne riconosciuto il titolo di “custode della Corona rumena”. Negli ultimi anni in molte città della Romania si sono svolte manifestazioni e cortei per chiedere l’elezione di una nuova assemblea costituente che proclami il ritorno della monarchia e rediga una nuova costituzione monarchica.
Singolare è anche la questione bulgara, dove l’ultimo zar, Simeone II di Sassonia-Coburgo-Gotha – deposto nel 1946 in seguito a un referendum istituzionale gestito dai comunisti di Georgi Dimitrov – è riuscito a farsi eleggere Primo Ministro, vincendo le elezioni con il 42,7 % dei voti e ricoprendo la carica dal 2001 al 2005.
Hanno riottenuto i beni confiscati e ricoprono posti importanti nella società, nella politica e nella promozione dell’identità del proprio Paese anche i principi Leka II d’Albania, Alessandro II Karageorgevic di Serbia e Nicola II Petrović del Montenegro (quest’ultimo può addirittura concedere la grazia).
Il successo delle monarchie europee oggi può essere spiegato con queste frasi pronunciate dall’ultimo re d’Italia: “La repubblica si può reggere col cinquantun per cento; la monarchia no. […] La monarchia non è mai un partito. È un istituto mistico, irrazionale, capace di suscitare negli uomini, sudditi e principi, incredibili volontà di sacrificio. Non deve essere costretta a difendersi giorno per giorno dalle insidie e dalle accuse. Deve essere un simbolo caro o non è nulla”.

SEBASTIANO D’URSO