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Sondaggio Referendum sulla Giustizia: Risultati

In queste due settimane, abbiamo proposto ai nostri colleghi e colleghe un sondaggio riguardo al referendum abrogativo sulla giustizia del 12 giugno. È apparso chiaro che sebbene le tematiche affrontate siano importanti, c’è stata una scarsissima informazione a riguardo. Dei 148 studenti che hanno risposto al nostro sondaggio, il 33,8% (50 persone) non sapeva cosa si votasse o non ne era sicuro. Un numero molto preoccupante, soprattutto se si dovesse riflettere su scala nazionale. Abbiamo anche chiesto ai nostri intervistati se sapessero cosa fosse un referendum abrogativo e 26 persone, circa il 17,6%, non sapevano nemmeno cosa fosse.

Uno dei dati più interessanti da analizzare è la quantità degli intervistati che andrà a votare. Bisogna tuttavia premettere che la maggior parte delle persone non era sicura di andare a votare proprio per la scarsa conoscenza che possedeva su queste riforme. Il 70,3%, quindi 104 persone, andrà a votare (alcune, però, solo dopo una maggiore conoscenza in materia), mentre il 15,5% è ancora incerto e il restante 14,2% non voterà di sicuro. Sembra quindi palese quale sia la causa delle difficoltà che ci saranno, su scala nazionale, a raggiungere il quorum richiesto per convalidare gli eventuali risultati. Molte persone non sanno nemmeno dell’esistenza di questo referendum. Le televisioni, i giornali e i social media non hanno posto l’attenzione adeguata a preparare gli elettori su questo referendum.

Abbiamo poi posto cinque domande, corrispondenti a ciascun quesito del referendum. Il primo, riguardante l’abrogazione della legge “Severino”, ha visto gli intervistati molto divisi. Escluso il 10,1% (circa 15 persone), che non voterà e non ha nemmeno intenzione di interessarsi a questo quesito, il 35,1% è a favore dell’abrogazione, il 30,4% è contrario, ma un numero consistente, il 24,3%, che sarà l’ago della bilancia, non sa ancora cosa votare. I dati sono molto simili al secondo quesito, riguardante la limitazione della custodia cautelare, dove tuttavia ha prevalso, di un voto solo, il fronte contrario all’abrogazione, con il 33,8%, ma la partita anche qui è ancora aperta a causa del numero degli indecisi.

Se i primi due quesiti hanno spaccato l’opinione pubblica, forse anche a causa del loro tecnicismo e della loro delicatezza, gli altri tre hanno portato a dei risultati più chiari. Nel terzo quesito, sulla separazione delle carriere dei magistrati, il 48,6% è favorevole alla riforma, accompagnato anche qui da un 14,2% di indecisi.

Il quarto quesito che prevede l’ingresso dei “laici” nella valutazione dell’operato dei magistrati, ha portato al 57,4% di risposte favorevoli, così come sono state in maggioranza per la riforma proposta dal quinto quesito (eliminazione delle 25 firme per la candidatura al CSM), dove il 50,7% di persone è favorevole.

Redazione di VociUni

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