Questa è la domanda che mi sono fatta dopo aver visto la serie Netflix di Zerocalcare: “Strappare lungo i bordi”.
La trama è semplice e potrebbe accomunare tutti noi: Nella nostra vita non facciamo altro che seguire delle regole ben stabilite, e temporeggiare per trovare la serata, la situazione, l’occasione che “te pijia bene” (che ti prende bene in romano). Abbiamo i nostri traguardi e fallimenti, che ci tormentano, “Oddio adesso quella 2003 sta andando avanti più di me, ed è riuscita a far carriera, e io sto girando i pollici in attesa di Gesù Cristo che forse esiste e mi dona la risposta dell’infinità ricchezza e saggezza, e mia madre forse smetterà di dire indirettamente che sono una perdente”, okay forse ho esagerato.
Abbiamo tutti noi questo foglietto di carta, che cerchiamo in tutti i modi di strappare lungo i bordi e cercare di farlo bene, piano piano senza strappare male o troppo, e con tutte le nostre paranoie del nostro protagonista Zero non riusciamo mai ad andare avanti, ma a girare sempre intorno, gira e rigira, fino a perdere quell’attimo che poi non ritorna più, ma sappiamo che prima o poi dovremmo pentircene, proprio come Zero. Siamo convinti che la nostra vita sia un percorso ben stabilito, invece non è stabilito proprio nulla, tutto accade all’improvviso, tutto può prendere il sopravvento. Ne usciremo con delle cicatrici grandi o piccole, ma non ha importanza, perché siamo vivi. Siamo ancora qui.
(Se avete pensieri suicidi o conoscete qualcuno che ne ha, potete trovare le risorse per affrontare questi momenti di difficoltà sul sito: www.wannatalkaboutit.com)
Ps: Ehi! Mica mi pagano per spammare questo sito.
Ramona Orefice