Squid Game è un drama survival sudcoreano, scritto e diretto da Hwang Dong-hyuk.
Che cosa bisogna fare quando la tua vita è sull’orlo del lastrico? A volte bisogna essere disposti a giocare e scommettere tutto, anche la tua stessa vita.
456 giocatori, con gravi problemi finanziari, sono invitati a giocare e sopravvivere ad una pericolosa competizione, affrontando tradizionali giochi per bambini, che però, sorpresa, chi perde, muore. Coloro che superano tutte e sei le prove, sono destinati a vincere un consistente montepremi, miliardi di won, in grado di dare una svolta alla propria vita, ma ciò lascia spazio ad una importante riflessione sulla società che viviamo e che lasciamo solo alla fine dei giochi. Quasi tutti i personaggi si trascinano in basso sul piano morale ed etico, facendo prevalere l’egoismo e descrivendo cosa sia la società e com’è destinata ad essere, intrecciata in una bellissima morale che lascia spazio alla riflessione.
Nella serie composta da nove episodi, violenza e sangue sono la norma e già messi in primo piano sin dalla prima metà del primo episodio.
Le tecniche di montaggio utilizzate e il soundtrack sono eccezionali, pesanti ma ben calibrati a dare quel giusto senso di terrore con il fiato sospeso sul collo, come se fossi sempre sull’orlo del precipizio insieme a loro. L’utilizzo dei colori vivaci, all’interno della scenografia (volutamente d’ispirazione artistica) alimenta la curiosità in questa scia di ignoto, catturando maggiormente l’attenzione dello spettatore in modo che sia impossibile distogliere lo sguardo ed essere ammaliato dai colori e dalle situazioni.
I critici, inoltre, si mostrarono curiosi alla visione di questa serie, che non è stata delusa. Una serie tv ricca di colpi di scena, suspence, con tantissimi personaggi ben caratterizzati, fornendo una bellissima e struggente morale sulla società contemporanea.
Ramona Orefice