
È una delle emergenze legate all’università finora rimasta sotto traccia: l’assenza di posti letto per studenti. Gli attuali numeri lasciano poco spazio ai dubbi.
Le richieste rispetto allo scorso anno sono circa 500 in più, lo scorso anno eravamo a circa 2.900.
I posti messi a bando sono circa 580, lo scorso anno 650.
Una delle possibili soluzioni è quella di convertire strutture ospedaliere dismesse in città (vedi ex ospedale Vittorio Emanuele e Ferrarrotto), di proprietà della Regione Siciliana, in residenze universitarie.
Ancora oggi migliaia di studenti che ne hanno diritto non riescono ad accedere a un posto alloggio e sono costretti a rivolgersi al mercato privato. Bisogna potenziare la residenzialità pubblica, adeguando le residenze universitarie al numero di studenti che richiedono un posto alloggio.

Ci siamo sempre dichiarati fortemente contrari a questa istanza che riteniamo lesiva del diritto allo studio. Il modello che Unict ha scelto di applicare non rispetta canoni di eguaglianza e meritocrazia. Il voto della maturità non è dato da una sola commissione ed in unica scuola, ma da commissione e scuole diverse e dunque con parametri certamente differenti che non possono essere garanzia per gli studenti.
Bisogna ritornare a effettuare un test unico, equo e adeguato ovviamente a tutti i corsi di laurea.


In un momento di crisi non solo sanitaria ma anche economica e sociale, bisogna tutelare TUTTI gli studenti, proponendo il pagamento di questa tassa non in un’unica soluzione, come previsto attualmente, ma dilatandolo nel corso dell’anno accademico.