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Cultura

Il corpo: tra antichità e modernità

Cos’è quell’involucro che ha scelto di ospitarci e custodirci?
Come possiamo definire quella “macchina perfetta” che nei secoli è stata etichettata come “la prigione dell’anima”?
Come possiamo definire questo miracolo, questa meravigliosa macchina, che ogni secondo, puntuale, compie i suoi esagerati doveri permettendoci di mantenere quel soffio di vita che senza il lavoro costante dell’organismo potrebbe abbandonarci da un momento all’altro?

Cos’è, dunque, il corpo?

Per secoli la scienza, si è dedicata a ricerche anatomiche, si è dedicata a studiare il corpo, ma, ancora oggi, nelle nostre società “moderne” il rispetto verso questo viene a mancare.
Purtroppo tutti questi secoli, se non millenni, di condizionare dati da culture e dottrine che tendono a condannare il corpo hanno portato a una particolare ingratitudine verso quest’ultimo e una percezione distorta che l’uomo ha di se stesso.

Questi fattori, sommati insieme, portano disagi sconfinati, dispersi come chicchi di grano caduti nel terreno prima di una violenta folata di vento e per quanto si possa continuare a cercare, a immaginare la strada che possano aver preso questi folli chicchi, risolta impossibile trovarli e la stessa cosa succede a noi.

Siamo talmente presi dalle apparenze che tendiamo a trascurare qualsiasi bisogno riguardante il nostro corpo, e l’abbiamo trascurato così tanto che si è creata una lista infinita di bisogni traditi che pretendono attenzione, piano piano di disperdono e dal buio in cui sono sconfinati, dedicano il loro tempo a crearci problemi come se questo fosse il modo attraverso il quale vogliono dimostrarci che anche loro sono vivi, che anch’essi esistono.

VENERI PALEOLITICHE
I popoli preistorici veneravano particolarmente il corpo, soprattutto il corpo della donna.
Questo è attestato dal ritrovamento delle Veneri paleolitiche, statuine preistoriche raffiguranti donne con gli attributi sessuali molto pronunciati.
Queste statuette alludevano alla fertilità della Terra e venivano utilizzate come amuleti per tutto ciò che riguardava la coltivazione.
Le civiltà preistoriche femminili sono divenute rappresentanti di una realtà tenuta all’oscuro dalla storia.

La storia dell’umanità ci ha sempre raccontato di uomini forti, uomini delle caverne, uomini dediti alla caccia, ricoperti di pellicce di animali e armati di clave e lance rudimentali. Viene spontaneo chiedersi cosa è stato raccontato dalle donne, quale posto veniva loro assegnato.
Fino a cinquant’anni fa si pensava che in questo contesto patriarcale le donne avessero il solo compito di sfamare questi uomini.

Quando le donne cominciarono ad occuparsi di archeologia, storia, religione, filosofia e iniziarono ad affiancarsi al lavoro degli studiosi di sesso maschile vennero trovate queste numerose statuette e con le domande e gli studi sorti in seguito su questo argomento venne messa in crisi l’idea di una cultura patriarcale che risale al cinquemila avanti Cristo, e che è stata preceduta da decine di migliaia di anni di civiltà governate da principi femminili.

Di fronte a questa grande scoperta sorge spontanea questa domanda: “Come erano organizzate queste civiltà?” Erano organizzate in piccoli clan:
la donna più anziana era il punto di riferimento e tutte le decisioni venivano prese collettivamente da gruppi di donne che allevavano anche i figli. Questa società era priva di scissioni.


Le donne erano sacerdotesse, guaritrici, raccoglitrici di erbe per l’alimentazione e la cura.

In questa società era priva di un concetto di famiglia, di proprietà privata, di gerarchia e di guerra.

La divinità principale era femminile, era identificata con con la Madre Terra e la maternità, tutto ciò che accadeva sulla Terra s ogni manifestazione del corpo era collegato a una simbologia sacrale.


Sarebbe utile prendere esempio da queste società fondate sulla pace, l’armonia ed il rispetto per il corpo, dovremmo prenderne esempio perché la salute del tempio che ospita e mantiene il nostro soffio vitale non è separata dal nostro vivere in società; quando le nostre cellule avvertono l’armonia si trasformano in una gioia che diventa salute piena, ma, quando l’armonia di allontana da noi il nostro organismo è il primo a risentirne.
Durante il Medioevo le donne curatrici che di ispiravano a queste antiche tradizioni vennero considerate streghe e bruciate al rogo ,le torture riuscirono ad uccidere quelle donne ma i loro antichi segreti sopravvivranno in eterno.

Barbara Lagona

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