Ivano Belfiore, 20 anni, studente del primo anno del corso di laurea in Lettere (Dipartimento di Scienze Umanistiche), oggi ci racconta della sua esperienza da matricola all’interno del nostro ateneo catanese. Ha risposto per noi a 10 domande, poiché è fondamentale avere un feedback da chi la didattica a distanza, e quindi l’università durante la pandemia, la sta vivendo davvero. Di seguito l’intervista.
1. Da matricola, come e quanto ha influito la pandemia e la Dad sul tuo approccio e sulla tua frequentazione delle lezioni? Sia psicologicamente che didatticamente parlando
- Purtroppo il mio ingresso nel nuovo ambiente universitario è stato assolutamente traumatico, e non solo per me, ma anche per la maggior parte dei miei colleghi. Non siamo stati accolti praticamente da nessuno, non sapevamo letteralmente che cosa fare. Abbiamo dovuto cavarcela da soli, sia su come funzionano le lezioni, le prove in itinere e gli esami, sia su come orientarci all’interno dei numerosi portali web che l’università utilizza.
2. Come ti sei trovato con la DaD dell’università di Catania? Elenca almeno due pro e due contro
- La DAD è stata sicuramente un ripiego per consentirci comunque di proseguire con il nostro lavoro, ed è naturalmente molto comoda, in quanto consente a tutti, anche a coloro che vivono lontano da Catania, di seguire le lezioni da casa. Inoltre abbiamo la possibilità di poter rivedere eventuali lezioni che non siamo riusciti a seguire. I difetti, ovviamente, sono molteplici e principalmente legati all’assenza di un vero rapporto fisico con i nostri colleghi, con gli insegnanti e con tutti ciò che riguarda la vita universitaria tout court.
3. Come ti sei sentito a sostenere esami orali e scritti di fronte allo schermo di un computer?
- Per una matricola come me, che prima d’ora non aveva mai sostenuto esami universitari, è stato strano: da una parte poteva forse sembrare rassicurante, poichè potevo gestire meglio l’ansia, trovandomi a casa mia, ma dall’altro penso che sostenere gli esami virtualmente, senza un reale contatto col docente, lasci l’impressione di non aver svolto veramente un esame. Tutte le emozioni che si proverebbero di norma non vengono vissute, si perde qualsiasi rapporto con il proprio interlocutore e naturalmente ciò rende queste esperienze importantissime quasi secondarie.
4. Dal momento della tua iscrizione all’università, ti sei mai recato per frequentare o sostenere esami in presenza presso la tua sede?
- Purtroppo non sono ancora riuscito a mettere piede all’interno del Monastero dei Benedettini, per tutte le difficoltà legate alla mia lontananza da Catania e alla scarsa disponibilità dei mezzi di trasporto, ma anche a causa delle varie procedure di prenotazione che, per gli studenti che hanno già difficoltà a raggiungere l’università, scoraggiano chiunque a frequentare di presenza.
5. Cosa pensi ti sia mancato di più, durante quest’anno, della vita universitaria in generale? Hai stretto amicizia con i tuoi colleghi?
- Ovviamente la vita sociale legata alle nuove conoscenze è l’aspetto che più mi manca. Nonostante ci siano dei mezzi alternativi per stringere nuove amicizie, devo dire che i rapporti sociali con i miei nuovi colleghi sono assolutamente scarsi, in quanto ci sono pochissime possibilità di incontro e di dialogo, se non per via virtuale, che non possono essere profonde e concrete come le esperienze reali.
6. Come ti sei sentito durante il passaggio dal liceo al primo anno di università? Mettendo anche in conto che la DaD si è protratta, vivendola sia durante il tuo ultimo anno liceale, sia attualmente
- La DAD è stata sicuramente più dura da sopportare negli ultimi mesi di liceo, che hanno reso quelli che dovevano essere i finali, commoventi incontri con la nostra classe di appartenenza assolutamente freddi e confusi. Iniziare una nuova realtà come quella dell’università in maniera virtuale non fa altro che abbassare il valore delle esperienze che sono fondamentali per la nostra vita.
7. Pensi che la modalità mista di lezioni ed esami funzioni?
- È soltanto un misero scioglimento della rigida politica che è stata condotta nell’ultimo anno, ma fino a che non avremo rassicurazioni più concrete e prospettive più convenienti, dubito che ci sarà un massiccio entusiasmo verso la modalità mista.
8. Quanto pensi che l’ateneo e i professori siano stati vicini agli studenti da Marzo 2020 ad ora?
- I professori sono stati sicuramente i più colpiti da questo stravolgimento nel lavoro universitario. Saranno sicuramente i primi a gioire della visione concreta dei loro studenti, persone che da troppo sono costretti a vedere da dietro uno schermo. Devo dire che la maggior parte dei professori è stata molto disponibile a venirci incontro, mettendo a disposizione i loro strumenti affinché ognuno di noi potesse lavorare al meglio.
9. Pensi sia stato giusto eliminare il test d’ammissione e scegliere come parametro decisionale il voto di diploma? Se sì, spiega perché. Se no, spiega perché.
- Assolutamente no. Il voto di diploma non si basa su una corretta valutazione delle inclinazioni di ogni studente, bensì su una media tra materie diversissime tra loro. Uno studente che ha frequentato un liceo scientifico con scarsi risultati nelle materie scientifiche, ad esempio, verrebbe penalizzato se volesse frequentare un corso di laurea letterario, che rappresenta le sue reali passioni, capacità e prospettive.
10. Hai avuto problemi di tipo logistico (connessione ad internet, disponibilità di dispositivi elettronici come computer, tablet, smartphone) per la DaD? Se sì, hai trovato comprensione da parte dei professori per un eventuale disservizio verificatosi? Se no, hai saputo di studenti che non hanno potuto frequentare per i motivi sopracitati e in che modo è stato dato loro aiuto?
- Fortunatamente ho a disposizione dei dispositivi che mi permettono di frequentare le lezioni e gli esami con facilità, tuttavia devo ammettere che i professori sono sempre stati comprensivi verso i molteplici problemi che uno studente può avere con la DAD.
11. Esponi le tue speranze di un ritorno totale alla normalità della vita universitaria.
- Ciò che ci ha costretti in casa in questi mesi è stato necessario per la protezione della nostra vita e di quella dei nostri cari, ma dobbiamo renderci conto che non potremo continuare a sfuggire dalla reale e necessaria conduzione della vita quotidiana. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza così dura per apprezzare tutte quelle esperienze che oggi ci mancano e che magari ieri ignoravamo. Riusciremo a capire che qualsiasi vicenda, sia positiva (come una festa, una cena), sia negativa (un brutto esame, una delusione), è fondamentale per la nostra anima, purché si viva nella sua pienezza e nella sua profondità.
Ilaria Dibenedetto