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Scienza

Acido ialuronico o elisir di lunga vita?

”Non togliermi nessuna ruga. Ho pagato ognuna di esse a caro prezzo.”

Quanto vorremmo arrivare anche noi alla stessa età di Anna Magnani quando pronunciò questa famosa frase e, di fronte allo specchio, sentirci bene con noi stessi, ignorando le mille grinze sulla pelle?! Dovremmo fare affidamento alla “self-acceptance”? Non solo! È l’acido ialuronico la risposta ai dubbi di chiunque desideri un piccolo “miracolo” per il benessere della pelle di tutto il corpo.

Ma di cosa si tratta? È uno degli ingredienti più ricercati nei prodotti per distendere il viso e combattere le rughe; è una molecola naturalmente presente nel nostro organismo come componente del tessuto connettivo, in grado di mantenere elastica, morbida e idratata la pelle.

La sua particolare struttura chimica costituita dal ripetersi di lunghe sequenze di due zuccheri semplici (l’acido glucuronico e l’n-acetilglucosammina) gli permette di essere una molecola altamente idrosolubile, ovvero in grado di sciogliersi facilmente in ambiente acquoso e, quindi, capace di legare e trattenere una grande quantità di acqua e di favorire il turnover di collagene e fibroblasti.

Infatti, grazie alla sua struttura fibrosa, l’acido ialuronico funge da vera e propria impalcatura della pelle, in particolare modo quella del viso, conferendo compattezza all’intero tessuto cutaneo. Ma, ahimè, l’unico inconveniente è l’avanzare dell’età che, purtroppo, porta ad una diminuzione della sua concentrazione, provocando una perdita di elasticità, morbidezza e comparsa delle prime rughe.

E allora che fare? Semplice, affidarsi alla scienza: costose iniezioni di acido ialuronico con azione “filler” che, riempiendo gli spazi tra le cellule attirando molta acqua, ridonano forma e densità alla pelle, commerciali creme “antirughe” e, per finire, patch leviganti in materiali biocompatibili, realizzati con microaghi (morbidissimi) che, in poche ore, distribuiscono acido ialuronico, senza dolore né ematomi.

È inoltre importante chiarire come l’efficacia dell’acido ialuronico cambi a seconda del suo peso molecolare: infatti l’acido ialuronico a basso peso molecolare (essendo una molecola più piccola) è in grado di oltrepassare l’epidermide ed agire in profondità sullo strato sottocutaneo, stimolando la produzione fisiologica di collagene con conseguenti effetti idratanti, antirughe e leviganti; di contro quello ad alto peso molecolare si ferma sulla superficie dell’epidermide, creando una sorta di “film” capace di trattenere l’acqua in uscita e limitarne l’evaporazione.

Ma non fatevi illudere! L’acido ialuronico è molto più di un semplice antirughe da banco cosmesi. E se vi dicessi artrosi? Pensereste mai all’acido ialuronico come prevenzione o cura per essa? Ebbene sì, l’acido ialuronico è un componente fondamentale del liquido sinoviale, che troviamo all’interno delle articolazioni con lo scopo di proteggere la cartilagine dai danni provocati dall’usura. Tale liquido sinoviale, oltre ad attenuare i movimenti, funge da mezzo per il nutrimento della cartilagine. Ma se la sua produzione dovesse diminuire con l’invecchiamento o in seguito a traumi?

Ne verrebbe fuori un danneggiamento alle estremità ossee, motivo per cui viene utilizzato nella cura per patologie come gonartrosi, coxoartrosi e artrite. Ma è proprio qui che entra in campo il nostro elisir, l’acido ialuronico, attraverso iniezioni o integratori che ne riducono il dolore e accelerano i tempi di riparazione. L’acido ialuronico è inoltre un rimedio efficace e rapido sia per le ferite superficiali che per le lesioni croniche, in quanto accelera la riparazione della barriera cutanea e il ripristino del film idrolipidico. Il suo vero asso nella manica? Udite, udite: è l’assenza di controindicazioni ed effetti collaterali.

Insomma, l’acido ialuronico è una molecola molto affascinante che, nonostante possa apparire come un elisir di lunga vita, non può comunque impedire il flusso inesorabile del tempo che scorre.

Federica Santoro

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