Famosa serie tv americana dei primi anni 2000, How I met your mother è diventata nel tempo il simbolo della quotidianità di un gruppo affiatato di amici che si ritrovano giornalmente al tavolo di un pub, il MacLaren’s. Ma questa sarebbe una descrizione troppo riduttiva per comprendere come questa sitcom riesca ad entrare, in punta di piedi e nel corso di ben 9 stagioni, all’interno della nostra vita e dei nostri cuori.
Partendo dalla spontaneità della recitazione degli attori e dalle tematiche affrontate, possiamo ben constatare che HIMYM è la narrazione di un percorso di vita, di più percorsi di vita che si uniscono e intrecciano tra di loro in un legame indissolubile: Barney, Robin, Ted, Marshall e Lily sono i protagonisti di queste montagne russe ricche di autoironia, serietà, dolore, amore e quotidianità newyorkese. Ciò che più, a mio parere, riesce a colpire lo spettatore una volta giunto alla conclusione, è la comprensione del senso, della finalità della serie tv, che in conclusione riesce a sprigionare tutto il suo significato più puro. In tal senso, la traduzione esatta del titolo sarebbe “Come ho incontrato vostra madre”, italianizzato in “E alla fine arriva mamma”, proprio perché si tratta del racconto di un padre (SPOILER: si tratta di Ted da adulto, durante il 2030) che narra ai suoi figli, attraverso l’elenco di tutte le malefatte, gli eventi fasti e nefasti, le contraddizioni, le cadute, le realizzazioni e i disastri, in che modo e dopo cosa e quanto ha incontrato la loro madre, la donna della sua vita, la ragazza dell’ombrello giallo. Un viaggio, che si struttura in flashback continui di tutta la giovinezza piena e variegata di Ted e i suoi amici più cari.

Al centro dell’attenzione ci sono i rapporti: quello intensamente amoroso e duraturo di Lily e Marshall, l’amicizia leggen…daria (citazione che si può comprendere solo dopo aver visto la serie!) tra Barney e Ted, e quella contrastante ma vera tra Ted e Robin. Storia di vite, che ha come contorno tutti gli altri rapporti che possiamo immaginare di avere anche noi all’interno della nostra esistenza: i rapporti parentali e familiari contrastanti, dolorosi ed empatici di Lily e suo padre e di Marshall con suo padre, lo stereotipo dell’astio provato nei confronti della suocera (vedi Lily e la mamma di Marshall), il legame affettivo che unisce un padre ed una madre ad un figlio appena nato (SPOILER: Marshall, Lily ed il piccolo Marvin), la ricerca imperterrita dell’anima gemella che persegue Ted, che collezionando un’infinita carrellata di conquiste vede sfumare il suo sogno d’amore e di costruire una famiglia perfetta prima dei 30 anni, l’energia e la spensieratezza di un personaggio come Barney, un latin lover dedito ai piaceri della carne tutto impregnato di autoironia e sarcasmo continui, la figura di un personaggio peculiare come Robin, lavoratrice, sognatrice, “emigrata” dal Canada a New York (motivo per cui viene presa in giro dai suoi amici, dando adito allo stereotipo dell’odio degli americani verso i canadesi), donna dalle mille fragilità e sfaccettature che si rivela quasi il filo conduttore di tutta la serie, fino agli ultimi istanti in cui si assiste ad una delle scene più iconiche della serie. Non mancano mai le sorprese e i cambiamenti strabilianti propri dei personaggi, a cui si assiste durante tutto il percorso che delinea le loro coscienze e ci fa comprendere che tutto può succedere nei rapporti umani e all’interno delle nostre personalità. Una serie che trasmette autenticità di valori, che ci aiuta a scavare dentro di noi e ci fa sentire meno soli nelle sconfitte, nelle illusioni e nei momenti di sconforto, perché sono proprio questi che ci vengono mostrati, non solo risate e positività.
Un finale colpo di scena, l’epilogo della storia lascia a bocca aperta tutti coloro che hanno visto la serie, poiché inaspettato e quasi sconvolgente dal punto di vista emotivo: durante questa scena, in cui compare uno dei simboli principali della serie (SPOLIER: è blu), sembrano ricongiungersi tutti i pezzi di quel puzzle intricato e complesso che è l’amore.

La bellezza di HIMYM sta proprio in questo, nella rappresentazione a 360° dei personaggi, nei quali possiamo rispecchiarci e ritrovarci in ogni sfumatura, in ogni vicenda e nelle varie vicissitudini, dalla più assurda alla più realistica, che li coinvolgono puntata dopo puntata (la cui visione è scorrevole, avendo una durata di soli 20 minuti ciascuna). Assistiamo a perdite dolorose, ad incontri inaspettati ma felici, a sfide infantili e divertenti tra amici, alle rappresentazioni degli aspetti più segreti e irrazionali di ognuno dei personaggi, grazie alle quali capiamo la loro psicologia e il loro modo di vivere e pensare, dalle reazioni più banali e giocose a quelle più serie e laceranti.
Dovreste immaginare di entrare dentro la vita di cinque ragazzi, dall’università fino al matrimonio, al raggiungimento del lavoro dei loro sogni o all’accettazione di situazioni scomode, dalle sbronze durante i party nel loro appartamento fino ai trasferimenti e alle dure prove che deve affrontare la loro amicizia per sopravvivere nel tempo. Solo così sarà How I met your mother ad entrare dentro la vostra anima, grazie a quei dialoghi illuminanti tra Ted e Lily ed i monologhi interiori di Ted sul senso della vita e sul significato dell’amore. È infatti lui ad incarnare il personaggio più particolare ed affascinante della serie, un giovane architetto in cui s’incontrano dubbi, perplessità, desideri e disillusioni puramente reali e mai inverosimili.
Sapete, potete chiedere all’universo tutti i segni che volete, ma in fin dei conti vediamo quello che vogliamo vedere solo quando siamo pronti a vederlo.
(Ted Mosby, quinta stagione)
Vi potrete anche imbattere in episodi in cui famose star, come Jennifer Lopez e Katy Perry, partecipano come semplici personaggi della vicenda.
Non posso che consigliarvene la visione! (O il rewatch, fatto dalla sottoscritta per ben tre volte!). La serie è disponibile su Neflix e non ve ne pentirete.
Ilaria Dibenedetto