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Società e Attualità

La strage di Piazza Fontana e la crisi della democrazia

Il 12 dicembre di 50 anni fa quattro bombe, posizionate tra Milano e Roma, introdussero il periodo storico più duro e difficile dell’Italia post-bellico: una di queste, esplosa a Milano presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura, causò 17 morti ed 88 feriti. L’evento prese il nome di “strage di Piazza Fontana” e diede formalmente inizio agli “anni di piombo”.

Il contesto storico di quei tempi era molto tormentato soprattutto dal punto di vista politico: l’Italia aveva vissuto il cd. “Autunno Caldo”, periodo caratterizzato da lotte sindacali ed operaie su scala nazionale per la tutela dei diritti dei lavoratori che poi portarono risultati storici, come la legge n.300 del 1970 (meglio conosciuta come lo “Statuto dei Lavoratori”). In questo clima particolarmente favorevole all’ideologia socialista/comunista, ebbe la sua culla la “strategia della tensione”, sulla base della quale si prevedevano una serie di atti terroristici, da attribuire a comunisti od anarchici, al fine di fondare nella popolazione stati di “tensione” che avrebbero favorito una sovversione dell’ordine democratico; più coerentemente, l’obiettivo sarebbe stato quello di impedire lo spostamento dell’asse politico e governativo verso le forze di sinistra che erano uscite rafforzate dagli eventi del 1969.

In questo contesto i neofascisti, e nella strage in esame più specificatamente (secondo la Cassazione [1]) una cellula del “Movimento Politico Ordine Nuovo” (sciolto poi per essere stato accusato di aver tentato di riformare il partito fascista) capitanata da Franco Freda e Giovanni Ventura (ritenuti ormai nel 2005 non più processabili per essere già stati assolti definitivamente decenni prima), attuarono tali movimenti sovversivi, supportati dall’esterno e coperti all’interno.

Sul primo piano, come riportata da Stefania Maurizi sull’Espresso [2], su Wikileaks sono apparsi i cd. “Kissinger Cables”, comunicazioni diplomatiche in cui la diplomazia americana sottolineava l’insofferenza per l’attività italiana di repressione dell’attività dell’estrema destra neofascista da parte della magistratura italiana, che, a detta degli americani, sembrava voler dare una svolta a “sinistra”. Il giornalista Leslie Finer, sulla base di alcuni documenti segreti [3] ottenuti dall’MI6, i servizi segreti britannici, dirà dell’esistenza di una strategia USA, spalleggiata dal regime dittatoriale greco, tesa a destabilizzare certi governi democratici nell’ottica dell’instaurazione di regimi militari. In ottica chiaramente anti-comunista.

Sul secondo piano, la fase delle indagini fu ampiamente ostacolata dall’ormai sciolto SID, il servizio informazioni difesa. A titolo informativo ed esemplificativo, si ricorda la fuga organizzata dal capitano Antonio Labruna, nel 1974, di Guido Giannettini, meglio noto come “Agente Zeta”, giornalista reclutato dal SID che passava informazioni segrete al sopracitato Giovanni Ventura. Il ruolo del suddetto emerse dopo che Il Ventura ne citò il nome al giudice Gerardo D’Ambrosio (futuro protagonista di Mani Pulite, ndr) per indicare il soggetto che gli aveva passato informazione riservate, conservate in una cassetta scoperta dalle autorità. La fuga dell’Agente a Parigi, organizzata dal SID, è un esempio dell’ostacolamento criptico delle indagini da parte dei servizi segreti italiani [4], che furono successivamente riorganizzati.

La teoria politica della “strategia della tensione”, la quasi “complicità” dello Stato, l’incapacità dello stesso di arginare questi fenomeni e l’idea di un anti-comunismo crescente completò la radicalizzazione violenta di quei movimenti di sinistra che non accettarono il fallimento rivoluzionario di un dominio proletario ed operaio della stagione del 1968. Fu così che si formò la figura del militante rivoluzionario, vestita da quella generazione che decise di continuare il conflitto al di fuori del contesto studentesco; la svolta terroristica si ebbe, innegabilmente, con la strage di Piazza Fontana, come risposta ad un possibile golpe di estrema destra. Fu così che si inaugurò una triste stagione, in cui una crisi social-politica offrì la possibilità a due schieramenti totalmente opposti di poter rovesciare e sovvertire l’ordine democratico totalmente instabile di quel periodo. Con la violenza e la paura, entrambe le fazioni cercarono di affermare la propria ideologia. I neri, chiaramente, volevano un ritorno del fascismo, instaurando un clima di terrore attraverso lo stragismo e creando nella popolazione il timore di non essere “abbastanza al sicuro”. I rossi, seppur radicalizzatosi in seguito allo stragismo nero, avevano l’ultimo obiettivo di sovvertire il sistema capitalistico con l’instaurazione della dittatura del proletariato; le Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra più importante del periodo, aveva alla sua base l’idea che l’Italia fosse succube del SIM (Stato Imperialista delle Multinazionali) e per liberarla l’unica strada era quella armata. I rossi attuarono una strategia più mirata, colpendo personalità ben precise e prestabilite, generalmente legate allo Stato Italiano: in quest’ottica va visto il sequestro di Aldo Moro (1978), evento che ha sconvolto enormemente la storia della nostra Repubblica. Fortunatamente, quel periodo ricco di tensioni e vittime trovò la sua conclusione nel decennio successivo. Si estinsero gradualmente le correnti che tentarono con la violenza di assumere il controllo di un Paese in equilibrio precario ed instabile.

Ieri abbiamo commemorato le vittime di quella strage, così come delle altre, sperando in una pace sociale che possa negare spazio agli estremismi. Perché, degli estremismi, che siano di destra o di sinistra, l’unica vittima è il cittadino, sia nei diritti che potenzialmente nella vita.

Viva la democrazia.

Giosuè Fichera


[1] Vd. https://web.archive.org/web/20091001123111/http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml

[2] Vd. http://espresso.repubblica.it/googlenews/2013/04/09/news/gli-usa-e-la-strategia-della-tensione-1.52917

[3] Si considera attendibile http://www.uonna.it/grecdoss.htm

[4] A titolo informativo, https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/11/04/giannettini-la-primula-nera-protetta-dai-servizi-segretiMilano14.html?ref=search

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