L’ennesimo caso di stupro in Sicilia. L’ennesimo fallimento di uno Stato che non c’è, che non ci tutela. Vittime di una società crudele e bigotta e di istituzioni fittiziamente garantiste dei nostri diritti e libertà. Vittime di essere nate donne, moralmente più forti ma fisicamente più deboli. Perché di un uomo noi oggettivamente non possiamo abusarne, loro si. Per natura è così.
“Mia moglie ha un malore, ho bisogno di aiuto”. Siamo a Vittoria, in provincia di Ragusa. Un uomo (se tale possiamo definirlo) adesca una giovane donna, fingendo che sua moglie (inesistente) stia male.
La minaccia di morte, le ruba il cellulare e abusa ripetutamente di lei.
L’aggressore, noto già alle autorità per sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo e rapina era sottoposto solo all’obbligo di dimora.
Attualmente si trova in stato di custodia cautelare in carcere. Adesso, quando già è troppo tardi.
Io spero che oggi il magistrato che aveva disposto il solo obbligo di dimora ad un soggetto socialmente pericoloso, si senta in parte responsabile dell’ accaduto.
E non solo lui/lei.
Perché in fondo, noi tutti siamo vittime e al contempo carnefici di questi scempi.
Vittime di una società crudele, lo ribadisco.
Le leggi contro la violenza di genere e le manifestazioni dell’otto marzo sono fini a se stesse se al giorno in Italia si registrano all’incirca undici stupri (dato del Ministero dell’Interno).
Perché formalmente siamo tutelate, sostanzialmente siamo carne da macello.
Siamo carnefici di noi stesse perché non ci ribelliamo ad una società che si definisce moderna ma che fondamentalmente è arcaica e tristemente bigotta e tremendamente ignorante.
“Ragazza ancora al vaglio degli inquirenti” è stato definito lo stupro di una ragazza americana avvenuto lo scorso Marzo a Catania. Uno dei tanti commenti social ad un mio articolo in cui narravo della vicenda, un commento di una donna – e forse madre – che mi ha profondamente indignata e che riassume perfettamente il fallimento sociale di cui siamo parte lesa.
Giovani donne, oggi vi consiglio di comprare uno spray al peperoncino e di stare sempre in guardia. E ribadisco, sempre.
Non fermatevi per strada per soccorrere la moglie di uno sconosciuto che implora il vostro aiuto. Non risponderete di omissione di soccorso, state serene. Chiamate un’ambulanza, ma non fermatevi.
Siate diffidenti, sempre.
Perché la società in cui viviamo ci costringe ad esserlo, perché forse è solo questa l’unica arma di difesa che è in nostro possesso: si è lei e si chiama diffidenza.
Yvonne Malfa