La storia di Federica Angeli
Federica Angeli, classe 1975 è una giornalista romana della Repubblica e dal 1998 si occupa di cronaca nera e giudiziaria. È mamma di Lorenzo, Alessandro e Viola. Ha scelto di non essere come loro e di non chinare il capo. “Se scrivi ti sparo in testa”, le disse Armando Spada (affiliato del Clan di Ostia). Vittima di minacce di morte, per essere stata la prima a dare un nome a quel gruppo di estortori e usurai di Ostia. Li identifica come mafiosi “perché un cronista deve sapere riconoscere e dare un nome ai fenomeni”, scriveva Federica su Instagram.
Il clan del X Municipio di Roma, di origine sinti, gestisce il racket delle case popolari, estorce il pizzo ai commercianti della zona, intimidisce chiunque sia da ostacolo ai suoi “affari”. Armando, Carmine (detto “Romoletto”), Roberto e altri ventotto membri della “casa del litorale” sono stati condannati per i reati a loro ascritti con l’aggravante del metodo mafioso.
Federica è stata l’unica testimone oculare nel processo contro Armando Spada. Il 19 febbraio 2018 non era sola, con lei il direttore della Repubblica Mario Calabresi, la Federazione nazionale della stampa Italiana, l’Ordine Nazionale dei giornalisti. Un gesto di solidarietà per una donna coraggio che da più di 2000 giorni vive sotto scorta.
Il liquido infiammabile sotto la porta di casa, i continui e snervarti atti intimidatori nei suoi confronti e della sua famiglia non sono serviti ad arrestare il suo senso di giustizia, di denuncia contro i malavitosi del suo paese. Ha “seppellito” la paura (come da lei stessa dichiarato) per l’amore che nutre nei confronti dei suoi figli, perché possano crescere col buon esempio “per irrobustire le ali e scegliere da che parte stare”. Federica ha scelto di lottare contro la criminalità organizzata, nonostante il terrore provato quel 23 gennaio del 2013, sequestrata da Armando Spada per ore in un stabilimento della zona semplicemente perché stava svolgendo il suo lavoro, un’inchiesta sui chioschi del litorale incendiati e sulla strana concessione tolta al Cral Poste e data in fretta e furia alla società Bluedream.
E il 16 luglio del 2013 assiste dal balcone di casa sua, al regolamento di conti tra i Triassi e gli Spada. Federica non chiude le tapparelle di casa sua, come i suoi compaesani omertosi, non obbedisce a Carmine Spada che grida a tutti i papabili testimoni affacciati al balcone di andar via, di far finta di non vedere, nonostante le urla e gli spari di quella notte che Federica ricorderà come l’inizio della libertà perduta.
È già uscito in tutte le sale cinematografiche “A mano disarmata” diretto da Claudio Bonivento, con Claudia Gerini e Rodolfo Laganà. Un film drammatico tratto da una storia vera, quella di Federica Angeli, fatta di coraggio, di amore per i suoi figli e per il suo paese,e di lotta contro quel “mostro” radicato nel nostro territorio: la mafia.
Yvonne Malfa
Locandina del film