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Società e Attualità

Coraggio e ingenuità

Il 23 Maggio raccontato ai bambini.


Quando la pianta è ancora piccola è più facile raddrizzarla. Più cresce storta, più sarà difficile farlo dopo. Anche da piccoli si può combattere contro il mostro. Abituarsi alle prepotenze, scambiarle per leggi giuste, è già un modo di perdere la guerra. Difendere le proprie figurine è già un modo per vincerla.

“Per questo mi chiamo Giovanni” è un libro di Luigi Garlando.

È un libro che racconta la mafia ai bambini, che spiega la struttura dell’organizzazione mafiosa tramite la metafora del carciofo.
Le foglioline sono i “picciotti”, il cuore è la struttura costituita dai boss, la centralina di controllo che invia i comandi.

È un libro che racconta la strage di Capaci.

È un libro che racconta di Falcone e Borsellino, indubbiamente due eroi.

E non lo racconta a tutti, non lo racconta agli adulti che spesso non hanno più la forza di credere di cambiare il mondo, di estirpare la mafia. Non lo racconta a quegli adulti che hanno preferito la strada della corruzione, non lo racconta a quelli che tra mille impegni non riescono più ad ascoltare, che pensano sempre di sapere già tutto. Non lo racconta a quegli adulti che ai soprusi si sono abituati, che per salvaguardare la macchina nuova pagano senza esitare i parcheggiatori abusivi. Che davanti all’ingiustizia chiudono gli occhi, si tappano le orecchie e la bocca e si girano dall’altra parte.

Questo libro ha il merito di spiegare la mafia ai bambini. Di spiegare il complesso meccanismo della criminalità organizzata agli esseri umani più sensibili, più corretti, più ingenui, più furbi, più curiosi al mondo. Di spiegare il male a chi conosce il bene, la scorrettezza a chi vive nell’ingenuità. Di spiegare la mafia a chi ha forte dentro la speranza di voler cambiare il mondo.

Questo libro, che ho letto a dodici anni, ha segnato per sempre il mio pensiero, ha contribuito alla mia formazione, ha dato un ordine alle mie priorità e fatto forti i miei valori.

Che la mafia venga raccontata ai bambini, che se ne parli nelle scuole, che sulla mafia non si taccia più.

Solo così, conoscendola, percependola come ingiusta sin da bambini, riusciremo davvero a combatterla!

A Giovanni. Ad un grande eroe, in questo giorno da brividi che nel 1992 ha segnato la sua fine ma il nostro fiducioso inizio.

Beatrice Pennisi

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